Nel corso della pandemia da Covid-19, derivante da una mutazione di un virus tipico del pipistrello, ci si è posti il problema di comprendere se potessero esserci situazioni di contagio animale-uomo.
A livello mondiale, in diversi Stati è stata rilevata una positività per SARS CoV-2 in animali sia allevati che domestici.
Gli animali risultati infetti sono stati felini (sia domestici che selvatici), alcuni con segni clinici di malattia, cani (contagiati ma non malati) e visoni in cattività, i quali hanno mostrato una sintomatologia respiratoria e un aumento del tasso di mortalità.
Gli animali domestici trovati positivi al test molecolare erano conviventi con persone contagiate, e negli animali è stata rilevata una bassa carica virale, tale da non essere provata la possibile trasmissione da animale a uomo.
Per quanto riguarda invece i visoni d’allevamento, l’infezione è stata provocata da una nuova mutazione del virus, di cui è stata rilevata la presenza negli animali come nell’uomo, ma non si è ancora accertata la trasmissibilità tra specie.
L’unica certezza è che questa mutazione riesce a infettare sia i visoni che l’uomo.
Dato che comunque è stata comprovata la trasmissibilità agli animali, vediamo come limitare il rischio per il pet di casa.
Ci aiuta la dott.ssa Francesca Mariani, medico veterinario Polivet, specialista in pronto soccorso e medicina interna, ricercatrice in malattie infettive.
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